Quando si pensa al Giappone, i robot delle serie animate sono una delle prime cose che vengono in mente. Questi eroi di acciaio, infatti, simboleggiano la creatività e l’innovazione del Sol Levante. In questo articolo scopriremo come si sono evoluti i robot giocattolo giapponesi, fino ad arrivare ai Soul of Chogokin, i modellini che da 30 anni affascinano i collezionisti di tutto il mondo.
Nel 2013, uno studio del governo giapponese ha sottolineato l’importanza dei ‘mecha’ nello sviluppo tecnologico e culturale del Paese. La ricerca ha, infatti, evidenziato come questi personaggi abbiano ispirato l’industria, rappresentando un vero e proprio motore per l’innovazione. Inoltre, le storie dei robot hanno raccontato l’ottimismo del periodo post-bellico, contribuendo a promuovere il fascino del Sol Levante all’estero.
I robot della serie Bandai Soul of Chogokin celebrano appunto questo connubio tra scienza e creatività. Progettati per essere fedeli ai personaggi delle serie televisive, questi modellini sono frutto di un know-how conseguito in anni di ricerche. In alcuni casi, le loro complesse articolazioni hanno addirittura rivoluzionato le tecniche di produzione, contribuendo così allo sviluppo dell’industria nazionale. Andiamo a conoscerli più da vicino!
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Cosa sono i Chogokin?
I Chogokin sono robot in metallo ispirati alle serie animate giapponesi. La loro storia iniziò alla fine degli anni ’60, quando la Bandai creò la Popy, una divisione dedicata ai personaggi della TV. La Popy rivoluzionò l’industria del giocattolo, utilizzando una lega di zinco chiamata Zamak, che era più resistente della latta tradizionale. Con questa lega, l’azienda realizzò la Mini-Mini Cyclone, una replica in scala della famosa moto del live action Kamen Rider.
Credits – ekizo.mandarake.co.jpTuttavia, la svolta arrivò nel 1972, quando la Popy acquisì la licenza di Mazinger Z. L’eroe di Go Nagai, infatti, rappresentò per l’azienda un’incredibile opportunità commerciale, essendo fatto di una resistentissima lega metallica che lo rendeva invincibile. La Popy ribattezzò i propri giocattoli ‘Chogokin’, utilizzando il neologismo creato da Go Nagai per questo indistruttibile materiale.
I Chogokin conquistarono il mercato dei giocattoli e tutte le aziende produttrici si adattarono al nuovo standard. La Popy capitalizzò la sua popolarità, producendo una linea Standard e una Deluxe, con diversi gradi di dettaglio e trasformabilità. Il successo fu tale che perfino la Mattel si interessò al fenomeno dei robot giapponesi, importandoli in Occidente con il nome di Shogun Warriors.
La fama dei Chogokin si affievolì nel corso degli anni ’80, complici la saturazione del mercato e il crescente interesse per la plastica. I robot non sparirono, ma il metallo lasciò il posto ad altri materiali, ritenuti più profittevoli.
Cosa sono i Bandai Soul of Chogokin?
Alla fine degli anni ’90, i crescenti dubbi sull’uso della plastica favorirono la riscoperta di alcuni materiali, tra cui le leghe in metallo. In quegli stessi anni, il mondo conosceva quello che sarebbe diventato un classico della fantascienza robotica: Neon Genesis Evangelion. Fu in questo contesto che Bandai lanciò la linea Soul of Chogokin, una versione evoluta dei robot in metallo.
Ancora una volta, il primo modello della serie fu Mazinger Z, nella versione GX-01. Il modello si contraddistingueva per l’elevatissimo livello di dettaglio, riproducendo con cura maniacale il design originale. La confezione includeva, oltre al robot, numerose armi ed accessori, offrendo moltissime possibilità di esposizione.
Nel tempo la collezione si è ampliata con numerosi altri personaggi, sempre più evoluti e articolati. In molti casi, questi giocattoli vantano un elevato livello di ingegneria, che gli consente di riprodurre trasformazioni complesse, del tutto simili a quelle viste in TV. Recentemente, inoltre, sono state introdotte anche tecnologie digitali, come la realtà aumentata del GX-105.
Il successo dei Soul of Chogokin ha rinvigorito la fama di Bandai, che, ancora una volta, ha dettato lo standard di produzione dei giocattoli. Infatti, sono sono molte le aziende che hanno seguito il suo esempio, lanciando una propria linea di robot in metallo. Si è creato, così, un mercato vivace, che ha saputo entusiasmare i collezionisti di tutto il mondo.
La lista dei Bandai Soul of Chogokin
Nel corso degli anni, la collezione Soul of Chogoìkin ha accolto un gran numero di robot, spesso anche in colorazioni alternative o in edizione limitata. Qui sotto abbiamo raccolto la lista dei modellini Bandai rilasciati fino ad oggi, ma siamo sicuri che anche altre figure si aggiungeranno all’elenco.
Scarica il PDFSuper Robot Files 1979-1982. L’età d’oro dei robot giapponesi nella storia degli anime e del collezionismo
Super Robot Files 1982-2018. L’età d’oro dei robot giapponesi nella storia degli anime e del collezionismo
Conclusioni
In conclusione, I robot Bandai Soul of Chogokin celebrano la tradizione della Popy e sono stati apprezzati dai collezionisti in tutto il mondo grazie alla loro ingegneria avanzata e ai dettagli accurati. Questi modelli testimoniano l’ingegnosità giapponese e sono ambiti oggetti da collezione per gli appassionati di giocattoli e di robot. Se sei un fan dei robot o se amavi giocarci da bambino, dovresti assolutamente averne uno.
2 comments
Molto interessante questo articolo, non immaginavo che i robot potessero ispirare in qualche modo l’industria di un paese 😲
Questo articolo è un vero tuffo nel passato della mia infanzia! I robot giocattolo giapponesi, in particolare i Bandai Soul of Chogokin, hanno sempre affascinato me e molti altri appassionati di tutto il mondo. La loro combinazione di scienza, creatività e dettagli accurati è davvero impressionante. Sono felice di vedere che questa tradizione sia stata portata avanti e che i modelli siano diventati oggetti da collezione ambiti. Sono sicuro che molti nostalgici e amanti dei robot saranno entusiasti di avere un Bandai Soul of Chogokin nella propria collezione!